11 dicembre 2020

Centos: la fine di un epoca

 CentOS, la distro di Linux che molti hanno usato per costruire i propri server, è agli sgoccioli, almeno nella forma in cui l'avevamo imparata a conoscere nell'ultima decina di anni.

Red Hat, l'azienda che dal 2014 sostiene l'iniziativa, e ha investito parecchio in quella che era a tutti gli effetti la versione gratuita di Red Had Enterprise Linux (RHEL), la versione aziendale e a pagamento, ha pubblicato una serie di annunci in cui spiega che il ruolo di Centos cambierà nel prossimo futuro.


 Invece di essere la versione Community e gratuita di RHEL, Centos diventerà il banco di prova per le modifiche a RHEL. In pratica una inversione di ruoli, con Centos nel ruolo di "beta" di RHEL, con il nome di "Centos Stream".

Per tutti quelli che la sceglievano per motivi di affidabilità e continuità, garantita dal "fratello maggiore", questo drastico cambio di rotta significa guardare altrove.

La mossa ha creato non poco scompiglio nella comunità degli estimatori, utilizzatori e contribuenti di questo sistema che una decina di anni fa era la versione di Linux più diffusa al mondo.

In particolare, il co-fondatore di Centos, Gregory Kurtzer, ha prontamente rilanciato la sfida, con un fork, dichiarando di voler avviare un nuovo progetto di Linux gratuito, che ha battezzato Rocky Linux, in onore di Rocky McGaugh, suo partner nell'avventura Centos.

Per voi che utilizzate CentOS 7, non c'è da preoccuparsi nell'immediato futuro: Red Hat ha dichiarato che non sono previste variazioni al calendario e la versione 7 verrà manutenuta ufficialmente almeno fino al 2024.

Fonti e riferimenti: