21 ottobre 2017

Alan Turing: The Enigma

Ho recentemente completato la lettura della biografia di Alan Turing scritta da Andrew Hodges nel 1983, nella edizione inglese del 2014.

Non è una lettura semplice. Sono circa 700 pagine fitte di note, commenti e riflessioni che documentano la vita di Alan Turing, e l'accanimento con cui l'autore si è impegnato per ordire una trama sparsa. L'esiguo materiale disponibile all'autore è dovuto in parte alla riservatezza del personaggio, ma anche l'impegno al silenzio che riguarda tutto il contesto dei servizi segreti britannici per i quali Turing lavorò durante la seconda guerra mondiale.



Per il lettore italiano che non sia ferrato in cultura britannica, molte cose potranno sembrare strane e incomprensibili, per quanto sia evidente lo sforzo di descrivere il contesto storico, familiare e culturale dell'Inghilterra della prima metà del Novecento in maniera semplice e distaccata.

E' una lettura altamente stimolante per chi come me è affascinato dalle biografie, dalla filosofia (in particolare la filosofia della scienza) e dal contesto storico da cui provengo.

Si rimane sbigottiti davanti alla curiosità e ingenuità della mente di Turing che è affascinato dalla vita in tutte le sue forme e organizzazioni, e cerca teorie, modelli e formule che possono descriverla.

La caratteristica particolare di questa biografia è che l'autore è, per professione e scelte nella vita, uno che ha una profonda comprensione di molti temi che hanno colorato la vita del matematico inglese.

In italiano la trovate in una edizione del 2014, con il titolo "Alan Turing. Storia di un enigma" (qui su Amazon.it).

Se siete affascinati dal teorema di Godel, ve lo raccomando!

17 ottobre 2017

Bici bucata, esperimenti

Colgo l'occasione della mia prima foratura da quando ho montato gli pneumatici antiforatura, come promesso in un mio precedente post sull'argomento.

Sono passati quattro mesi, ma che ecatombe di camere d'aria in questi quattro mesi, qui a Pavia!

Da diversi anni nelle nostre zone si espande a vista d'occhio il territorio occupato dal Tribulus terrestris che striscia infido lungo i marciapiedi e nelle aiuole rinsecchite dal caldo e con le sue terribili spine buca tutte le biciclette di passaggio.

Con la fine dell'estate si vive nella rassegnazione dei ciclisti e la gioia dei riparatori e venditori di camere d'aria. Racconti dell'orrore: chi cinque forature, chi sette, chi due in un giorno.  Chi ha lasciato la bici nel garage, aspettando che le piogge e il freddo portino via questo flagello.


E chi non ha i pneumatici a prova di spine?

Le prova tutte.

L'idea di base è aumentare lo spessore del pneumatico, soprattutto nella zona del battistrada.

Io ho utilizzato, nei miei esperimenti, un po' di tutto: vecchie camere d'aria, strisce di moquette, il battistrada di vecchi pneumatici di bici, le striscie di protezione vendute dalla Decathlon, e in ultimo i cartoni del latte.

Vi parlerò dei cartoni del latte. Sì proprio lui il Tetrapak, questa bestemmia contro la raccolta differenzata. Sopporta bene la foratura, e si adatta bene alla forma del copertone.




Dopo aver foderato due copertoni con strisce di Tetrapak, giuntate con nastro telato, ho lasciato correre qualche giorno per poi osservare i risultati.
Purtroppo non sono all'altezza. Dato l'esiguo spessore del materiale, anche con due giri interni, non si raggiunge uno spessore sufficiente ad ammortizzare la spina del Tribulus.

Esperimento bocciato.

Invece confermo la validità dei pneumatici Schwalbe Marathon e Hutchinson Urban Tour. Finora una foratura in quattro mesi. E mi trovo a consigliare gli amici e i vicini. Al prezzo di quattro o cinque forature dal ciclista, si può acquistare una soluzione definitiva.