25 aprile 2019

GSE e burocrazia borbonica


La mia banca ha completato una operazione di fusione/acquisizione e di conseguenza ha cambiato il codice IBAN del mio conto, per la terza volta in dieci anni.

E' stata gentile a cercare di minimizzare l'impatto sulle mie transazioni economiche, ma su alcune realtà è necessario intervenire a manina.

In particolare il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), che mi riconosce dei soldi in cambio della corrente elettrica che genero attraverso l'impianto fotovoltaico, ha una storia di burocrazia borbonica che trovo paragonabile solo a certi uffici comunali, o alla giustizia italiana.

Le istruzioni

Nelle pagine di assistenza tecnica del GSE si trovano le istruzioni, abbastanza dettagliate per il vero, in cui si spiega che l'unico modo per modificare le coordinate bancarie è attraverso le funzionalità dell'area clienti.



Qui inizia il calvario.

Il sito web GSE è in realtà una collezione di siti diversi, realizzati da agenzie e imprese diverse, senza alcuna continuità tecnologica, logica o grafica.

Lo screenshot sopra è preso dal sito pubblico.
Vi risparmio le schermate di login.

Area Clienti GSE

Superati tutti gli avvisi di Firefox sulla sicurezza del sito, dovuto ad un certificato SSL interno che non punta ad una autorità di certificazione pubblicamente riconosciuta, accettando tutti i rischi, si arriva all'area clienti, o meglio a quella di più alto livello. 
(per i meno tecnologici, stiamo parlando di quel triangolo arancio sul lucchetto nell'indirizzo del sito)

Da qui si possono modificare alcune informazioni dell'anagrafica, ma non l'IBAN. Troppo facile.
È necessario addentrarsi nei vari contratti stipulati con il GSE, e per ognuno seguire le istruzioni di cui sopra.

Area Fotovoltaico

Come sopra, bisogna di nuovo superare tutti gli avvisi di sicurezza del browser, perché il server è diverso, e i consensi dati prima non valgono.
Ah! E ricordatevi di controllare sempre in alto il blocco dei pop-up! Ad ogni nuova schermata bisogna dare un nuovo consenso ai pop-up.
Accedendo all'area Fotovoltaico ci troviamo davanti ad una vasta pagina bianca, generata da un sito aspx, in grigio e azzurrino, con una grossa freccia verde, da cui accedere ai sottolivelli successivi.
Se non ve lo ricordate a memoria, dovete andare a controllare quale conto energia avete sottoscritto, cinque, dieci o quindici anni prima, per poi addentrarvi nella sezione relativa.

Se seguite fedelmente le istruzioni, vi troverete un pop-up che vi propone di:
  • inserire il nuovo IBAN
  • scaricare il pdf con la richiesta, 
    • stampare 
    • firmare
    • scansionare
  • caricare il pdf stampato, firmato e scansionato
  • caricare il documento di identità

Scambio sul posto

Come sopra, bisogna di nuovo superare tutti gli avvisi di sicurezza del browser, perché il server è diverso, e i consensi dati prima non valgono.
Ah! E ricordatevi di controllare sempre in alto il blocco dei pop-up! Ad ogni nuova schermata bisogna dare un nuovo consenso ai pop-up. (Ve l'avevo già detto?)
Altro sito aspx, questa volta in verde e grigio, con un menù orizzontale sotto il logo. 
Se seguite fedelmente le istruzioni, vi troverete un pop-up che vi propone di:
  • inserire il nuovo IBAN
  • scaricare il pdf con la richiesta, 
    • stampare 
    • firmare
    • scansionare
  • caricare il pdf stampato, firmato e scansionato
  • caricare il documento di identità
Direte, ma come, non le avevo appena inserite? Troppo semplice.
Nossignore, si tratta di un secondo contratto, e bisogna fare tutto daccapo.

Tutto qui?

A questo punto, sempre che non sia arrivata prima l'ora di pranzo, cena, dormire, e che nessuno vi abbia interrotto nella vostra navigazione della burocrazia, dovete solo aspettare 60 giorni per vedere che tutto sia andato in porto.
Internet? Dematerializzazione? Semplificazione amministrativa?
Tutte queste cose hanno il loro prezzo e i loro tempi. 
Tu ci hai messo due ore circa, loro hanno sessanta giorni.

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