14 maggio 2019

Scuola Montessori e Ufficio Scolastico Provinciale

L'Ufficio Scolastico Provinciale

Prima si chiamava "Provveditorato agli Studi", poi Centro Servizi Amministrativo (CSA), poi Ufficio Scolastico Provinciale (USP), ora "uffici con competenza per ambiti territoriali" (AT). Questa l'evoluzione della denominazione dell'ufficio delegato dal Ministero della Pubblica Istruzione (MPI) per sovraintendere le scuole locali.

Questo post riassume la Direttiva protocollo n. 7551/FR del 7 settembre 2006 ed elenca tra i compiti dell'ufficio la

ricognizione, per ogni opportuna azione di supporto, dell’offerta formativa realizzata dalle istituzioni scolastiche;
 ricognizione e monitoraggio dello stato di assegnazione e di utilizzazione dei finanziamenti attribuiti alle istituzioni scolastiche autonome.
Ho deciso di cercare un incontro con il Dirigente dell'USP di Pavia, per esporre il mio caso personale e capire che percezione ha della situazione delle scuole di Pavia, e, in particolare, riguardo alla possibilità di avviare sezioni a didattica differenziata Montessori.

Le scuole pubbliche a Pavia

Pavia: 70 mila abitanti, 12 scuole primarie pubbliche (la vecchia Scuola Elementare), 4 plessi scolastici o scuole principali.

Nessuna sezione Montessori, nessuna sezione con frequenza solo di mattina.

Voglio capire se il Dirigente ha una responsabilità nei confronti di quelle famiglie che abitano a Pavia e che quotidianamente affrontano chilometri in auto per portare i propri figli ad una scuola lontana perché in città l'offerta è carente.

Idem per le famiglie che decidono di affrontare spesi ingenti per iscrivere i figli a scuole private (paritarie) che offrono il pomeriggio libero, perché la scuola statale non offre questa possibilità.

Voglio capire se l'ufficio provinciale ha la sensazione che ci sono famiglie che non sono soddisfatte da quello che offre la scuola pubblica a Pavia.

L'incontro

Dopo vari tentativi telefonici infruttuosi da ambo le parti, scrivo una mail e infine riesco a parlare con una signora gentile che mi spiega che c'è un impiegato assegnato alle relazioni con i genitori.

A questo punto ci diamo appuntamento e, non mi sembra vero, una mattina mi trovo seduto alla scrivania di una affabile maestra "distaccata", cioè non in servizio in aula, ad esporre il mio caso.

Insieme con me ho invitato anche una rappresentante dell'associazione dei genitori promotori del metodo Montessori, sia per confermare date e numeri che per cogliere qualunque proposta costruttiva dovesse emergere a favore del cambiamento.

A tre, raccontiamo le nostre esperienze, analizzando punti dubbi o critici, e, con pazienza, l'impiegata cerca di spiegarci il ruolo del suo ufficio.

I ruoli delle parti

Molto riduttivamente, ho capito che l'Ufficio Provinciale si interessa dell'offerta formativa solo per questioni amministrative.

Quando le scuole propongono il numero di nuove classi e per ciascuno il numero di alunni, l'Ufficio verifica che la proposta sia compatibile con il numero totale di insegnanti assegnati alla Provincia. Verifica che le classi rispettino i vincoli numerici e le quote "stranieri".

L'offerta è a totale discrezione del Direttore o Direttrice del plesso, in conformità alle indicazioni ministeriali sull'autonomia degli istituti scolastici, e ogni plesso tende a soddisfare le richieste della maggioranza delle famiglie.

In una città come Pavia, dove nella maggior parte delle famiglie lavorano entrambi i genitori, se 80% dei genitori vuole il tempo pieno, partiranno classi a tempo pieno. In generale, dato che le scuole sono in competizione fra loro per ottenere risorse economiche e di personale, non è mai nell'interesse di una scuola primaria proporre classi con meno ore e quindi impegnare meno organico.

Solo una scuola che ha almeno quattro classi nuove potrà mettere insieme abbastanza genitori che non lo vogliono per far partire una classe che fa meno rientri pomeridiani.

Nessuno, tanto meno l'Ufficio Provinciale, verrà a chiedere ad un Dirigente di prendersi carico delle richieste di minoranza.


Per quanto riguarda le sezioni differenziate a metodo Montessori, il discorso si fa ancora più complesso. Infatti per offrire una sezione a metodo differenziato, gli insegnanti devono essere qualificati. La formazione Montessori con l'Opera Nazionale Montessori costa 550 ore e qualche migliaio di euro, normalmente a carico dell'insegnante. Se spalmate 550 ore sulle sere e i weekend, e pensate che i corsi non sono solitamente sotto casa, ma magari in una città ad un'ora di auto, iniziate a capire come mai l'Italia non è piena di maestri e maestre montessoriane.

Dunque, supponiamo che esista una scuola primaria che ha un organico stabile di 20 insegnanti e voglia istituire una sezione a didattica differenziata. Ebbene, dovrà trovare due insegnanti qualificati, e far uscire due insegnanti non qualificati. Si capisce bene che questo solitamente non avviene, se non per via di trasferimenti o pensionamenti.

Le conclusioni

Dal mio colloquio di oggi, assolutamente informale e senza riferimenti bibliografici, ho capito che la "scuola della mutua" non ha, almeno a livello provinciale, obiettivi istituzionali che vadano fuori dal rispetto delle leggi e delle direttive amministrative.

Ho trovato gentilezza, cordialità e anche passione per l'attività e la missione svolta in questo ambito così delicato e importante per la nostra società. Ma, come spesso succede, l'iniziativa è lasciata all'individuo per le scelte e alle associazioni di genitori per le proposte di cambiamento.

Io, come genitore, sono responsabile dell'istruzione dei miei figli, e voglio continuare a provarci.


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